Un breve racconto dal libro "21 Piccole Storie Zen"
Voglio condividerlo con voi tutti, ma in special modo con tutti i genitori.
La ritengo una grande ... Lezione di Vita.
C’erano una volta, dall’altra parte del mondo rispetto a quella in cui viviamo noi, due fratellini che vivevano felicemente insieme a saggi Maestri che si prendevano cura di loro.
Un giorno al più giovane dei due fratelli cadde di mano una tazza: scivolò a terra e si ruppe.
Quella tazza era molto preziosa perché era un dono dell’Imperatore. Accortosi di quanto era successo, il capo dei Maestri sgridò severamente il giovane dicendogli:
– Fai attenzione alle cose che fai! Sei distratto e hai combinato un grossissimo guaio! Ora il nostro servizio di tazze, dono dell’Imperatore in persona, non è più completo!
Il povero bambino, sentendosi tremendamente in colpa, andò a rifugiarsi nell’angolo più buio della stanza e iniziò a piangere disperatamente.
Il fratello, di qualche anno più grande, accorse e trovandolo in lacrime gli chiese:
– Ma cosa succede? Perché piangi così?
– Sono uno sciocco e un incapace! – gli disse fra i singhiozzi il piccolo. – Ho combinato un guaio irrimediabile, ne sono responsabile e non posso porre alcun rimedio!
Il fratello più grande impallidì e, temendo il peggio, gli disse:
– Ma cosa hai fatto? Raccontami e stai tranquillo, sono tuo fratello maggiore, mi sono sempre preso cura di te e vedrai che anche questa volta troveremo una soluzione.
Pieno di vergogna il fratello più piccolo quasi non riusciva a parlare:
– Oh, se tu sapessi… Ho rotto una tazza! Ma non una tazza qualsiasi, una tazza donata dall’Imperatore in persona; e ora, per colpa mia…
– Non dire altro – lo interruppe il fratello, ricordandosi una lezione molto importante che aveva già imparato. Egli sapeva infatti che le parole sono molto importanti e sono capaci di creare addirittura le cose che sono intorno a noi! Per questo bisogna stare molto attenti a ciò che si dice ed è sempre meglio pronunciare parole di gioia, di Amore e di felicità! Questo il piccolo disperato ancora non lo sapeva… ma per fortuna esistono i fratelli maggiori!
– Tu stai qui, non preoccuparti di nulla e sappi che non hai combinato nessun guaio perché una tazza… è solo una tazza! Tra poco tornerò da te e tutto sarà risolto.
Raccolse i cocci della tazza, li nascose nella manica del suo vestito, andò nel giardino del tempio e lì rimase paziente per molto tempo, in attesa che arrivasse il Maestro.
Aveva già imparato quanto importante sia la pazienza e sapeva che ogni cosa può solo accadere nel momento giusto…
Questo momento arriva: mai troppo presto, mai troppo tardi, ma… quando è il momento!
Dopo un po’ di tempo arrivò il Maestro e il giovane allievo gli andò incontro per porgli delle domande.
– Mio buon Maestro – cominciò. – Gli uomini nati su questa Terra muoiono o non muoiono?
– Certo che muoiono – rispose il Maestro.
– E anche tutti gli altri esseri e i minerali e tutte le cose sono destinati a morire?
– Certo, ogni cosa che abbia una forma deve necessariamente… cambiare forma quando arriva il suo momento. Questo cambiamento viene anche chiamato «morte».
– Quindi, se capisco bene – proseguì il giovane – poiché ogni cosa a un certo punto cambia forma (o «muore», se così vogliamo dire) noi non dovremmo piangere, né rimpiangere ciò che non c’è più, né arrabbiarci contro il destino.
– No, naturalmente no, hai ben compreso. Ma dove vuoi arrivare con questo tuo discorso? – domandò il Maestro, felice di quanto fosse diventato saggio quel suo allievo.
Il ragazzo allora estrasse dalla manica del suo vestito i cocci della tazza rotta e li diede al Maestro.
Il Maestro lo guardò con profondo rispetto e non disse nulla.
Il ragazzo prese la mano del Maestro, lo portò là dove stava suo fratello, ancora tremante di paura e di vergogna. Il ragazzo non fece nulla; il Maestro prese in braccio il piccolo e gli diede una carezza sul volto, poi guardò il fratello maggiore e sorrise.
Aveva imparato dal suo allievo un’importantissima lezione e voi, che siete tutti piccoli Maestri, avrete sicuramente compreso quale…
Fortunato è quel Maestro che vede il suo allievo diventare più saggio di lui!
Un giorno al più giovane dei due fratelli cadde di mano una tazza: scivolò a terra e si ruppe.
Quella tazza era molto preziosa perché era un dono dell’Imperatore. Accortosi di quanto era successo, il capo dei Maestri sgridò severamente il giovane dicendogli:
– Fai attenzione alle cose che fai! Sei distratto e hai combinato un grossissimo guaio! Ora il nostro servizio di tazze, dono dell’Imperatore in persona, non è più completo!
Il povero bambino, sentendosi tremendamente in colpa, andò a rifugiarsi nell’angolo più buio della stanza e iniziò a piangere disperatamente.
Il fratello, di qualche anno più grande, accorse e trovandolo in lacrime gli chiese:
– Ma cosa succede? Perché piangi così?
– Sono uno sciocco e un incapace! – gli disse fra i singhiozzi il piccolo. – Ho combinato un guaio irrimediabile, ne sono responsabile e non posso porre alcun rimedio!
Il fratello più grande impallidì e, temendo il peggio, gli disse:
– Ma cosa hai fatto? Raccontami e stai tranquillo, sono tuo fratello maggiore, mi sono sempre preso cura di te e vedrai che anche questa volta troveremo una soluzione.
Pieno di vergogna il fratello più piccolo quasi non riusciva a parlare:
– Oh, se tu sapessi… Ho rotto una tazza! Ma non una tazza qualsiasi, una tazza donata dall’Imperatore in persona; e ora, per colpa mia…
– Non dire altro – lo interruppe il fratello, ricordandosi una lezione molto importante che aveva già imparato. Egli sapeva infatti che le parole sono molto importanti e sono capaci di creare addirittura le cose che sono intorno a noi! Per questo bisogna stare molto attenti a ciò che si dice ed è sempre meglio pronunciare parole di gioia, di Amore e di felicità! Questo il piccolo disperato ancora non lo sapeva… ma per fortuna esistono i fratelli maggiori!
– Tu stai qui, non preoccuparti di nulla e sappi che non hai combinato nessun guaio perché una tazza… è solo una tazza! Tra poco tornerò da te e tutto sarà risolto.
Raccolse i cocci della tazza, li nascose nella manica del suo vestito, andò nel giardino del tempio e lì rimase paziente per molto tempo, in attesa che arrivasse il Maestro.
Aveva già imparato quanto importante sia la pazienza e sapeva che ogni cosa può solo accadere nel momento giusto…
Questo momento arriva: mai troppo presto, mai troppo tardi, ma… quando è il momento!
Dopo un po’ di tempo arrivò il Maestro e il giovane allievo gli andò incontro per porgli delle domande.
– Mio buon Maestro – cominciò. – Gli uomini nati su questa Terra muoiono o non muoiono?
– Certo che muoiono – rispose il Maestro.
– E anche tutti gli altri esseri e i minerali e tutte le cose sono destinati a morire?
– Certo, ogni cosa che abbia una forma deve necessariamente… cambiare forma quando arriva il suo momento. Questo cambiamento viene anche chiamato «morte».
– Quindi, se capisco bene – proseguì il giovane – poiché ogni cosa a un certo punto cambia forma (o «muore», se così vogliamo dire) noi non dovremmo piangere, né rimpiangere ciò che non c’è più, né arrabbiarci contro il destino.
– No, naturalmente no, hai ben compreso. Ma dove vuoi arrivare con questo tuo discorso? – domandò il Maestro, felice di quanto fosse diventato saggio quel suo allievo.
Il ragazzo allora estrasse dalla manica del suo vestito i cocci della tazza rotta e li diede al Maestro.
Il Maestro lo guardò con profondo rispetto e non disse nulla.
Il ragazzo prese la mano del Maestro, lo portò là dove stava suo fratello, ancora tremante di paura e di vergogna. Il ragazzo non fece nulla; il Maestro prese in braccio il piccolo e gli diede una carezza sul volto, poi guardò il fratello maggiore e sorrise.
Aveva imparato dal suo allievo un’importantissima lezione e voi, che siete tutti piccoli Maestri, avrete sicuramente compreso quale…
Fortunato è quel Maestro che vede il suo allievo diventare più saggio di lui!